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INDICATORI FINANZIARI E CONTROLLO DI GESTIONE: L’IMPORTANZA DELL’INTERPRETAZIONE DEI DATI

Qualche giorno fa chiudevamo un nostro articolo del blog con un esempio, dal quale sembrava scaturire come, con l’utilizzo di un buon software di controllo di gestione, si possano semplicemente prendere i dati dalla contabilità, inserirli nelle opportune caselle e dare all’imprenditore le informazioni necessarie alla corretta gestione aziendale – si veda l’articolo KPI E INDICATORI FINANZIARI AZIENDALI: A COSA SERVONO E COME SI CALCOLANO.

Purtroppo non è così semplice… Affrontiamo infatti oggi il tema dell’ interpretazione degli indicatori finanziari e del loro opportuno inquadramento in un appropriato sistema di controllo di gestione, correttamente implementato e supervisionato dalla figura del controller.

  1. DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
  2. IL RAPPORTO PFN/MOL
  3. ESEMPIO PRATICO
  4. L’INTERPRETAZIONE DEI DATI E IL RUOLO DEL CONTROLLER
  5. CONCLUSIONI

1. DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE

Gli Indicatori Finanziari Aziendali, o KPI finanziari aziendali – leggi anche l’articolo KPI: PERCHE’ SONO COSI’ IMPORTANTI– in estrema sintesi, contribuiscono a fornire le informazioni necessarie per valutare come la tua azienda progredisce verso i propri obiettivi di business. In pratica i KPI vengono definiti all’inizio di una strategia e poi valutati nel prosieguo per capirne l’andamento, dato che ciascun KPI include un obiettivo numerico ben preciso da raggiungere. Possiamo dire che un indicatore chiave di prestazione, o KPI appunto, è sostanzialmente una metrica che descrive quanto efficacemente ci si scosta (o ci si avvicina) ad un certo obiettivo prefissato.

L’analisi dei KPI e degli indicatori finanziari aziendali e il loro monitoraggio porta ad un importante ed immediato vantaggio per l’imprenditore: in sostanza si aumenta la capacità di controllo delle varie aree funzionali, con la conseguenza di una maggior serenità e tranquillità imprenditoriale nel dedicarsi allo sviluppo del business, sapendo di avere sempre un quadro aggiornato e sicuro dell’andamento della gestione.

In ambito controllo di gestione i KPI sono tutti molto importanti ma particolare rilevanza rivestono i KPI finanziari.

Un buon KPI FINANZIARIO deve avere una diretta correlazione con grandezze quali utile, costi, fatturato o flussi di cassa e deve dare chiare indicazioni sulle azioni da intraprendere per migliorare una certa situazione.

Un buon esempio di KPI finanziario è dato dal rapporto tra Posizione Finanziaria Netta e Margine Operativo Lordo: questo indicatore esprime in pratica la capacità dell’azienda di restituire il proprio debito.

2. IL RAPPORTO PFN/MOL

La capacità di restituzione del debito in azienda viene misurata attraverso il rapporto fra la   Posizione Finanziaria Netta (data dal saldo fra i debiti finanziari e gli attivi finanziari, quindi il debito finanziario netto dell’impresa) e il Margine Operativo Lordo (cioè il risultato operativo dell’impresa al lordo degli ammortamenti e delle svalutazioni).

Pertanto l’indicatore finanziario PFN/MOL esprime la capacità dell’azienda di coprire il debito mediante i flussi finanziari derivanti dalla gestione caratteristica: quanto minore è questo rapporto, tanto più velocemente l’impresa potrà rientrare dall’esposizione finanziaria.

Poniamo che l’azienda si ponga come obiettivo che questo indicatore non superi il valore 6, considerando come benchmark il valore limite (6 appunto) previsto per questo indicatore nelle nuove regole del codice della crisi e dell’insolvenza (che introduce una serie di indici “predittivi” della crisi d’impresa – visionabile al seguente link: Gazzetta Ufficiale – codice della crisi e dell’insolvenza), 

Se il rapporto PFN/MOL è pari a 6 significa che, se l’azienda fosse in grado di dedicare interamente il proprio MOL per rimborsare il debito netto, occorrerebbero 6 anni per raggiungere l’azzeramento del debito.

3. ESEMPIO PRATICO

Immaginiamo il caso di un’azienda a ristretta base societaria dove i 3 soci sono anche amministratori. L’azienda ha al proprio interno un software per effettuare analisi di bilancio e calcolo degli indici.

Consideriamo inoltre che si presenti una situazione in cui l’indicatore finanziario PFN/MOL non risulti soddisfacente, dato il superamento del valore 6, a causa dei seguenti valori:

                – PFN: euro 600.000

                – MOL: euro 75.000

Nella nostra ipotesi infatti l’indicatore PFN/MOL è pari a :

                – 600.000/75.000 = 8 (superiore al livello di attenzione 6)

In questo caso il software di analisi di bilancio presente in azienda segnalerà l’anomalia agli imprenditori e saranno attivati i sistemi di allerta relativi, con segnalazioni al sistema bancario ed agli organi di controllo (sindaci revisori), ad esempio.

Questo però solo se ci si ferma ad un’analisi superficiale basata solo sui numeri, non supportata da considerazioni extracontabili che, spesso, solo un controller competente è in grado di fare.

4. L’INTERPRETAZIONE DEI DATI E IL RUOLO DEL CONTROLLER

In effetti nel caso in cui vengano analizzate in maniera più approfondita le componenti che portano al calcolo del valore anomalo dell’indicatore finanziario, il controller potrebbe ottenere delle indicazioni che un software, seppur avanzato, non potrà mai ricavare.

Un controller preparato può accorgersi ad esempio che nell’anno preso in considerazione per la stima dell’indice, il compenso deliberato per gli amministratori è stato particolarmente elevato. Ciò può derivare da una scelta dei soci/amministratori stessi che, a fronte di utili elevati, in luogo della distribuzione dei dividendi, abbiano preferito tale forma di remunerazione.

Il controller preparato sa che il costo relativo ai compensi amministratori è una componente dei costi operativi che nelle riclassificazioni di bilancio abbatte direttamente il MOL.

Ipotizziamo che il compenso degli amministratori, nell’esercizio considerato, sia pari a euro 135.000 (euro 45.000 a ciascuno dei tre amministratori), mentre in condizioni normali il compenso sarebbe stato di complessivi euro 90.000 (euro 30.000 ciascuno).

In pratica, la differenza di compenso (euro 45.000 in più rispetto ad una situazione di normalità) può essere considerata come un extra utile, che gli amministratori hanno deciso di percepire sotto forma di compenso e non come dividendo (nel caso della distribuzione di utili, infatti, la somma non sarebbe andata a costo).

Pertanto, tenuto conto di questa situazione, il controller ritiene più corretto “normalizzare” i compensi e di conseguenza ottenere un MOL normalizzato, che porta l’indice al risultato di 5, valore inferiore al livello di attenzione, come illustrato nella seguente tabella.

ANNO 20XX
Compensi e MOL effettiviCompensi e MOL normalizzati
COMPENSI AMMINISTRATORI € 135.000,00 €   90.000,00
MOL €  75.000,00 € 120.000,00
PFN € 600.000,00 €  600.000,00
PFN / MOL8                   5                     

5. CONCLUSIONI

Parliamoci chiaro: il pregio principale degli indicatori finanziari, cioè la sintesi, è anche il loro principale difetto.

Dall’esempio che precede ci si accorge infatti che da un primo giudizio negativo sull’azienda, derivante dall’analisi di un indicatore finanziario sintetico, si è passati ad un giudizio diametralmente opposto dopo un approfondimento nel merito, effettuato con le necessarie competenze.

In ultima analisi gli asset più importanti in azienda non sono e non saranno mai i software, più o meno evoluti, bensì continueranno ad essere la competenza e la seria formazione delle persone che tali software utilizzano ogni giorno.

Nella nostra area di intervento, nell’amministrazione, nella finanza e nel controllo, abbiamo visto come in azienda, accanto ai software, i CFO e i collaboratori, abbiano bisogno, insieme all’imprenditore di interventi mirati sulle competenze e sull’acquisizione da parte loro di un vero e proprio metodo di lavoro.

Il controllo di gestione nella nostra esperienza, per essere davvero efficace, passa attraverso questo aumento di competenze.

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