Con l’articolo di oggi vogliamo aprire un focus sul nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza (ccii): tale normativa ha fin dal corrente anno e avrà ancora di più dal 2020 un impatto profondo sulla modalità di gestione dell’azienda e sull’approccio dell’imprenditore ai possibili indicatori di una presunta crisi.
In questo contesto il controllo di gestione fornisce una base solida su cui costruire una serie di KPI e di indici che da un lato siano di aiuto concreto alle scelte imprenditoriali, dall’altro possano in maniera inequivocabile costituire un adempimento completo rispetto alle nuove stringenti normative sulla crisi d’impresa.
- CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA: ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA NORMATIVA;
- L’IMPORTANZA DEL CONTROLLO DI GESTIONE NELLA DETERMINAZIONE DEGLI INDICI PREDITTIVI;
- CONCLUSIONI.
CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA: ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA NORMATIVA
Il 14 febbraio 2019 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il D.Lgs. n. 14/2019 “Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza” (CCII) che ha l’obiettivo dichiarato di consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese: il nuovo CCII impone infatti all’imprenditore di dotarsi di strumenti adeguati alla tempestiva rilevazione dello stato di crisi e all’assunzione di idonee iniziative.
La rilevazione degli adeguati assetti organizzativi da parte dell’imprenditore deve dunque essere PREVENTIVA: gli amministratori dovranno prevedere sistemi di controllo efficaci, nonché procedure periodiche per la verifica del buon andamento economico-finanziario dell’impresa.
Il decreto prevede che le disposizioni in esso contenute abbiano tempi di entrata in vigore differenziati:
– DAL 16/03/2019: responsabilità degli amministratori in caso di mancata capienza del patrimonio sociale; obbligo dell’imprenditore di istituire un assetto organizzativo adeguato alle dimensioni dell’azienda.
– DAL 14/08/2020: procedure di allerta per l’emersione della crisi attraverso la previsione di specifici indici e KPI.
Dunque occorre fin d’ora coordinare le nuove responsabilità già in vigore (istituzione di un adeguato assetto organizzativo e rilevazione tempestiva della crisi e verifica della continuità aziendale) con le procedure che partiranno successivamente ad agosto 2020 (che impattano più direttamente sull’analisi degli aspetti economici e finanziari).
L’IMPORTANZA DEL CONTROLLO DI GESTIONE NELLA DETERMINAZIONE DEGLI INDICI PREDITTIVI DELLA CRISI D’IMPRESA
L’art. 13 del del CCII prevede che costituiscano indicatori di crisi, fra gli altri, gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale e finanziario rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta, rilevabili attraverso appositi indici (KPI) che diano evidenza della sostenibilità dei debiti e delle prospettive di continuità aziendale (“going concern”) per l’esercizio in corso.
E’ evidente quindi che le imprese, in particolare le piccole e medie, devono attivarsi immediatamente per istituire, ove non fosse già esistente, un adeguato assetto organizzativo, preferibilmente sviluppato da un controller esterno o interno all’azienda, in grado di misurare e valutare con precisione l’equilibrio economico-finanziario e quindi la continuità aziendale.
A tale scopo le tecniche tipiche di un sistema di controllo di gestione, consentendo la redazione di budget, business plan, piani aziendali e bilanci infrannuali, diventano fondamentali per l’imprenditore al fine di analizzare il prevedibile andamento della gestione e per giustificare, eventualmente in futuro, il proprio operato.
In particolare per le piccole (e medie) imprese, anch’esse soggette alla disciplina prevista dal Codice della crisi, spesso non dotate di un sistema di controllo interno adeguato, diventa necessario prevedere la collaborazione con un consulente specializzato in controllo di gestione, cioé un controller che possa predisporre gli assetti organizzativi adeguati per la rilevazione tempestiva degli alert di crisi, previsti per legge.
In questo modo, oltre ad agevolare l’imprenditore nell’adempimento dell’obbligo normativo, il controller può fornire servizi di consulenza avanzati che indirizzino l’azienda al miglioramento delle proprie performance in termini di efficienza e di controllo dei costi.
CONCLUSIONI
Da quanto precede, risulta pertanto obbligatorio anche da parte delle piccole e medie imprese dotarsi di un sistema di controllo di gestione interno: infatti l’imprenditore deve necessariamente avere una procedura operativa che gli consenta di predisporre un sistema di allerta preventiva (early warning) che individui gli elementi segnaletici premonitori e le anomalie rilevanti che, insieme ai dati contabili e di bilancio, consentano la verifica del presupposto della continuità aziendale.
Si avranno quindi dei modelli di rating aziendale quantitativo, basato su indici e KPI economici e finanziari, da coordinare successivamente con indicatori di carattere qualitativo che, pur non trovando una rappresentazione contabile, forniscono utili informazioni sullo stato dell’impresa (gli indicatori qualitativi variano in base all’attività svolta nonché alle dimensioni e caratteristiche dell’azienda)
In definitiva le situazioni contabili infrannuali, ad esempio trimestrali, prodotte dal consulente che cura la contabilità della PMI non possono più essere semplicemente un resoconto fiscale per determinare l’Iva o prevedere il carico fiscale dell’esercizio, bensì devono diventare un momento di confronto con il controller per monitorare l’andamento dell’impresa e programmare con metodo il suo futuro.
Se vuoi scoprire come il metodo Matchdrive Smart può aiutare la tua azienda a crescere visita il nostro sito www.matchdrive.it